Sono le 2.39 del mattino e c'è silenzio, esclusivamente silenzio. Non ancora inizia ad albeggiare, c'è una strana pace e io, in fondo, sono stanca. Qualcosa, però, mi spinge a prendere le cuffiette, accendo l'iPod e scorro tra gli artisti, quando leggo "Genesis" so che è il momento di fermarsi, ho trovato chi mi farà compagnia fino a quando non mi si chiuderanno gli occhi. Tra i vari album scelgo "Foxtrot". Ho preso la decisione più saggia della giornata e, se ascoltate del sano prog, vi assicuro che questo album, a quest'ora, in questa pace è semplicemente straordinario. Ah come avrei voluto avere 18 anni circa 40 anni fa, forse li avrei visti dal vivo.
La partenza dell'organo di Banks, che suona le prime note di "Watcher of the skies", colpisce nel punto giusto, nel modo giusto: lentamente. Quando Gabriel inizia a cantare, poi, lì sì che arriviamo a livelli altissimi; e nella mia mente si dipinge tutto in maniera molto chiara, vedo un'immagine quasi nitida di loro sul palco e l'espressione divertita di Phil Collins che suona in 9/8 è forse la cosa che più mi fa sorridere. Geniale, tutto estremamente geniale.
In men che non si dica parte il brano successivo: "Time Table". Ecco, io amo il testo di questa canzone, lo amo, l'ho amato dal primo ascolto, Banks, oltre ad essere un grande al piano, è anche un poeta. Tuttavia, forse, il primo vero strike che la voce di Gabriel riesce a segnare è dovuto all'interpretazione che fa del brano seguente: "Get 'Em Out by Friday". Io lo vedo, lì, sul palco che interpreta i vari personaggi, vedo la sua performance estremamente teatrale e vedo lo shock del pubblico: nel testo si legge, infatti, un'aperta critica sociale sull'avidità delle aziende e sull'oppressione da parte della Camera che c'era negli anni '70. Solo i Genesis sanno usare realtà e fantasia per denunciare i problemi della società e allora mi ripeto: geniale, tutto estremamente geniale.
Adesso, però, è arrivato il momento di Hackett che in "Can-utility and the coastliners" delizia con la sua chitarra a 12 corde, la canzone è stata scritta prettamente da lui, questa volta non ci sono attacchi politici ma semplicemente delle parole che richiamano la storia del re Canuto. Banks e Collins sanno il fatto loro, insomma c'è una vera e propria armonia. La stessa armonia che, per i due minuti di "Horizons" rasenta il nirvana. Hackett è delizioso, i suoi arpeggi sono deliziosi e prima che sia possibile rendersi conto che la canzone è finita ecco che inizia "Supper's ready" . Sì, parlo di una perla preziosa, sicuramente tra le più preziose del progressive rock, parlo della voce meravigliosa di Peter Gabriel accompagnata da ben tre chitarre che canta parole surreali, parlo dei 22.57 minuti migliori che passo da tempo, ormai; parlo di una canzone scritta con tutti i crismi, parlo di un gruppo intramontabile, di un album intramontabile e, seppur questo non sia considerabile il loro disco migliore, cavolo dopo ben 43 anni sa elargire emozioni a una ragazzina diciottenne che lo ascolta per l'ennesima volta.
Magico, straordinariamente magico.
Consiglio a tutti l'ascolto di questo disco e se già lo conoscete, ascoltatelo ancora e ancora. Non si sente più certa roba per radio ed è un vero peccato, non si producono più cose così belle!
Tracklist:
Lato A
01. Watcher of the Skies - 7:19
02. Time Table - 4:40
03. Get 'Em Out by Friday - 8:35
04. Can-utility and the Coastliners - 5:43
Lato B
01. Horizons - 1:38
02. Supper's Ready - 22:58
(I) Lover's Leap
(II) The Guaranteed Eternal Sanctuary Man
(III) Ikhnaton and Itsacon and Their Band of Merry Men
(IV) How Dare I Be So Beautiful?
(V) Willow Farm
(VI) Apocalypse in 9/8 (co-starring the delicious talents of Gabble Ratchet)
(VII) As Sure as Eggs Is Eggs (Aching Men's Feet)
Formazione
Tony Banks - organo Hammond, mellotron, pianoforte, tastiere, voce.
Steve Hackett - chitarra elettrica, chitarra a dodici e sei corde.
Phil Collins - batteria, voce, percussioni.
Peter Gabriel - voce, flauto, tamburo, tamburello, oboe
Michael Rutherford - basso elettrico, chitarra a dodici corde, voce, violoncello
[by Maria Cristina Ianiro]