Toys in the Attic, uscito l’8 aprile 1975 è il terzo album in studio degli Aerosmith. È sicuramente l’album che commercialmente ha consacrato gli Aerosmith e musicalmente li ha eletti per l’ingresso nel tempio degli dei. Dopo due lavori la band aveva raggiunto una grande maturità musicale grazie ai lunghi tour e i testi di Tyler erano diventati sesso centrici.
L’album rispecchia questo momento: solido e maturo. Riff duri ed esagerati guidano tutte le tracce.
Come ormai classico per l’heavy metal dell’inizio anni ‘70, la struttura delle tracce prevedeva alcune parti strumentali lunghe e complesse (Adam’s Apple). Il famosissimo riff intro di Perry in “Walk this Way”, ispirato dal funk di New Orleans ed accompagnato dalle percussioni che suonano un groove. La traccia fu ispirata dal film Young Frankenstein.
Tyler ammise che una parte dei testi furono ispirati dalla moglie di Perry. Crescevano le faide tra le mogli dei membri della band e questo contribuì alla dissoluzione della formazione originale della band nei primi anni ‘80. "Uncle Salty" fu ispirata da un orfanotrofio e l’obiettivo era quello di creare una melodia triste che rispecchia le emozioni di un bambino che viene abbandonato.
"Big Ten Inch Record" è una cover di Bullmoose Jackson. In pieno stile rock n’ roll quasi a voler inserire uno stacco nell’album che avevano fino a quel momento spinto forte con ritmi sostenuti e chitarre distorte e si preparavano a riprendere con “Sweet Emotion”.
“Sweet Emotion” inizia con un intro condito da effetti sonori fino all’arrivo delle voci di coro e la chitarra che accende la traccia con un riff e la voce di Tyler quasi in modalità rap.
"You See Me Crying" ultima traccia dell’album è una complessa ballad suonata con i membri di un'orchestra sinfonica. La traccia richiese molto tempo per la scrittura ed incisione proprio a causa della sua complessità musicale ma il risultato è sicuramente eccellente.
In questo periodo si inserisce un famoso episodio in cui Steven, che soffriva di perdita di memoria, per l’eccessivo consumo di droga, sentì la canzone alla radio e suggerì a Perry di farci una Cover. Il chitarrista rispose: "Siamo noi, testa di cazzo." .
Questo lavoro ha poche influenze, diversamente da altre band loro sentono meno l’influenza di altri grandi come Led Zeppelin o Rolling Stones, anzi riescono ad unire due anime apparentemente così distanti. L’obiettivo è chiaro, suonare il loro blues rock distorto e farlo a modo loro. Per questo “Toys in the Attic” è una pietra miliare del rock, hard rock, glam rock ed heavy metal.
Colonna portante!
Tracklist:
01. Toys in the Attic
02. Uncle Salty
03. Adam's Apple
04. Walk This Way
05. Big Ten Inch Record
06. Sweet Emotion
07. No More No More
08. Round and Round
09. You See Me Crying
[by Indie Crims]