È il 25 luglio 1980, il giorno in cui le regole valide fino a quel momento per l’Hard Rock e l’Heavy Metal furono stravolte.
Il settimo album degli AC/DC, “Back in Black”, vincitore di innumerevoli premi, oltre 50.000.000 di copie vendute in tutto il mondo e la definitiva consacrazione della band nell’olimpo degli dei dell’Hard Rock / Heavy Metal.
La storia di questo lavoro inizia nel febbraio del 1980, Bon Scott, allora cantante della band, andò su in un pub di Londra dove si ubriacò fino a perdere i sensi, ed un amico decise di lasciarlo riposare nella sua Renault durante la notte. La mattina seguente, Scott fu trovato in uno stato di incoscienza e trasportato all'ospedale King College, dove il personale medico ne dichiarò il decesso.
La perdita devastò la band, che considerava lo scioglimento. Tuttavia, gli amici e la famiglia li persuasero a portare avanti il loro progetto, visti anche i recenti successi con “Highway to Hell” a livello internazionale.
La band iniziò subito le audizioni e fu scelto Brian Johnson soprattutto perché in segno di rispetto per Bon Scott, la band voleva un frontman che non fosse un mero imitatore. Oltre alla sua voce particolare, il comportamento e l'amore per la musica classica e il blues, fece propendere il gruppo per Johnson: ufficialmente annunciato come il nuovo cantante degli AC/DC l'8 aprile del 1980.
Back in Black fu registrato a Nassau, capitale delle Bahamas, in circa 7 settimane.
Quando si ascolta questo lavoro sembra quasi di ascoltare un greatest hits per il numero di tracce di altissimo livello. Dalla traccia di apertura “Hells Bells” che inizia con il lento rintocco di una campana, seguito da un intro di Angus Young e Malcolm Young per creare il classico suono doppio di chitarra, seguito da Phil Rudd alla batteria e Cliff Williams al basso. La seconda traccia “Shoot to Thrill”, dalla quinta all’ottava traccia: ”Let Me Put My Love into You”, “Back in Black”, “You Shook Me All Night Long” e “Shake a Leg”, tutte destinate a diventare i cavalli di battaglia dei live della band.
“Back in Black”, la traccia simbolo di questo lavoro e dell’intera carriera della band che inizia con il suo inconfondibile riff di chitarra. La canzone è il tributo della band per Bon Scott. Brian Johnson ha ricordato alla rivista Mojo nel 2009, che, quando la band gli ha chiesto di scrivere un testo per questa canzone, gli dissero, “non può essere morbosa - deve essere per Bon e deve essere una festa”. Ha poi aggiunto: "ho pensato, beh, nessuna pressione quindi (ride), ho solo scritto quello che mi veniva in mente, che al momento sembrava mumbo, jumbo..- Nine lives. Cats eyes. Abusing every one of them and running wild - . I ragazzi capirono, però. Hanno visto la vita di Bon in quel testo".
Un lavoro di inarrivabile bellezza che ebbe anche il pregio di dare nuova linfa ad un genere che si stava spegnendo. La voce di Brian Johnson guidata dalle stesse ossessioni - il sesso, drinks e rock & roll - interpreta in modo divino le tracce e la musica sembra tagliata su misura come un vestito artigianale.
10 tracce, 42 minuti, traccia dopo traccia, nota dopo nota, l’Hard Rock raggiunge il suo massimo livello di creatività e qualità dal 1970, reinventando se stesso e aprendo nuove strade e prospettive. Riff potenti, assoli veloci e un’esplosione di energia in ogni traccia..
Gli AC/DC non raggiungeranno mai più un livello così alto con i loro lavori successivi forse perché troppo spesso hanno cercato di tornare al livello di Back in Black ma il clima nel quale composero questo capolavoro era diverso, era speciale, ispirati e malinconici allo stesso tempo. Ci hanno regalato un album dal valore inestimabile, per i fan, per il genere, per il rock n’ roll.
Inestimabile.
Tracklist:
01. Hells Bells
02. Shoot to Thrill
03. What Do You Do for Money Honey
04. Given the Dog a Bone
05. Let Me Put My Love into You
06. Back in Black
07. You Shook Me All Night Long
08. Have a Drink on Me
09. Shake a Leg
10. Rock and Roll Ain't Noise Pollution
[by Indie Crims]