Poche ore fa il medico legale, chiamato ad indagare su quanto accaduto a Chris Cornell, ha rivelato che le cause del decesso sono da imputare ad un tentativo di suicidio.
Tentativo non del tutto riuscito, in quanto Chris Cornell è stato trovato ancora in vita da un amico nel bagno dell'albergo di Detroit dove avrebbe dovuto pernottare dopo il concerto.
L'uomo era stato allertato dalla moglie dell’artista, Vicky Karayiannis, che, dopo il concerto, non riusciva a mettersi in contatto con il marito.
Poco dopo, l'amara sorpresa: Chris si trovava nel bagno della sua camera e aveva cercato di impiccarsi. Immediato l'intervento dei soccorsi, ma questi ultimi, purtroppo, non sono riusciti a salvarlo.
È noto che in passato Cornell abbia avuto problemi di dipendenza da alcool e droghe, soprattutto negli anni di attività con i Soundgarden; tuttavia negli ultimi anni la sua vita aveva imboccato una strada meno tortuosa: Chris, infatti, aveva messo su famiglia con la moglie Vicky, dalla quale ha avuto due splendidi bambini.
Pare che la sera di quello che ormai rimarrà nella storia come il suo ultimo concerto, Chris abbia lanciato quelli che, col senno di poi, si definiscono segnali, ma che lì per lì nessuno ha notato, dal momento che nessuno dei suoi fan mai avrebbe potuto immaginare, neanche lontanamente, un epilogo del genere.
A notare, per primo, tutto ciò è stato il fotografo Ken Settle, che ha riferito le seguenti parole di Cornell rivolte al pubblico di Detroit: "Non so come spiegare alla gente quanto sia bello il pubblico di Detroit, mi dispiace per la prossima città...".
Altro infausto presagio è costituito dalla scelta di chiudere il concerto con In my time of dying dei Led Zeppelin, brano che solitamente Chris inseriva nei suoi concerti a metà scaletta.
Il mondo intero piange un grande artista. R.i.p. Chris.
[by Domenica Quaranta]