Tre anni dopo “The Hunting Party” esce “One More Light” il settimo album in studio dei Linkin Park. Anticipato dai due singoli “Heavy” e “Good Goodbye” l’album ha da subito destato sconcerto in molti fan della band, soprattutto quelli legati alla prima fase musicale della band dove i Linkin Park erano i paladini del NuMetal che unisce le sonorità Metal e Rap (citiamo in particolare i lavori Hybrid Theory e Meteora). Per questo lavoro la band ha assunto produttori come Julia Michaels, Justin Tranter, Jesse Shatkin, e RAC particolarmente famosi nella scena musicale Pop. Infatti, One More Light è una virata totale, senza se e senza ma, dalle sonorità iniziali della band verso sonorità 100% pop. Le dieci tracce si caratterizzano tutte per sonorità pop, radio friendly, melodiche, con l’utilizzo dell’elettronica e la totale assenza delle chitarre distorte (in generale le chitarre sono quasi assenti, nei crediti citate solo nella traccia 2 e 9).
Non sono presenti i famosi scream di Chester o la sovrapposizione di parti Metal con momenti di puro rap, persino il lavoro di Dj Hahn si perde tra le pesanti texture elettroniche. Tutto ciò che i Linkin Park sono stati e hanno rappresentato è stato spazzato via o almeno non ce ne traccia in questo album.
La band ha ribadito che dopo l’album uscito nel 2014 (caratterizzato da sonorità particolarmente dure e dall’utilizzo persistente del doppio pedale) avrebbe voluto sperimentare e sicuramente lo hanno fatto spingendosi in un territorio sconosciuto a loro e ai fan, almeno fino ad ora. In una recente intervista Chester ha chiesto ai fan di muoversi da Hybrid Theory perché questo lavoro sarebbe stato totalmente diverso. I tempi sono cambiati anche per i Linkin Park.
Difficile valutare questo album. È un buon album pop senza troppa fantasia, caratterizzato da tracce melodiche, piacevoli all'ascolto e con lyrics di livello ma questo tipo di sonorità tende a stancare molto in fretta. Sostanzialmente, se volessi ascoltare della musica pop non andrei a ricercare e ascoltare i Linkin Park ma dobbiamo prendere atto che la band ha cambiato strada e chissà per quanto ci rimarrà. Sinceramente speriamo per poco.
Tracklist:
01. Nobody Can Save Me
02. Good Goodbye (feat. Pusha T and Stormzy)
03. Talking to Myself
04. Battle Symphony
05. Invisible
06. Heavy (feat. Kiiara)
07. Sorry for Now
08. Halfway Right
09. One More Light
10. Sharp Edges
Formazione:
Chester Bennington – voce
Mike Shinoda – voce, tastiera, cori (tracce 2 e 6)
Brad Delson – chitarra, cori (traccia 2)
Phoenix – basso, cori (traccia 2)
Rob Bourdon – batteria, cori (traccia 2)
Joe Hahn – campionatore, programmazione, cori (traccia 2)
[by Indie Crims]